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Interno del Santuario Madonna dell’Olio

L’attuale chiesetta di stile settecentesco di m. 20×6, possiede tesori d’arte.

Stucchi

Interno del Santuario

L’interno
della Chiesa venne decorato nel 1841, con stucchi di disegni
ornamentali (foto) e floreali, alcuni dei quali, quelli della Sancta
Sanctorum, furono indorati con oro zecchino, coperto in seguito da
colori.

Al centro dell’arco principale dell’interno della Chiesa, in un
magnifico cornicione, orlato d’alloro e sormontato da corona,sono
riportate, oltre alla data degli stucchi, le bibliche parole applicate
dalla Chiesa al nome di Maria al titolo di questo Santuario «oleum
effusum nomen tuum = come olio effuso è il tuo nome».

Pitture

Affresco sulla volta dell'altare maggiore

Oltre i pregevoli stucchi, orna la chiesa, anche se non sia di grande valore artistico, un affresco dell’Assunta sulla volta.

Fino agli anni ’80 vi erano anche due grandi quadri ad olio su tela.

Una tela rappresentava la Madonna seduta col Bambino in braccio e ai
lati San Giovanni Battista e una eroina martire, che, dopo tante
ricerche, risultava essere certamente S. Margherita o Marina d’Antiochia
di Pisidia, vergine e martire del secolo III, a cui era intitolata
anche una chiesina, proprietà della Commenda Gerosolimitana, nell’ex
feudo Susafa.

L’altra rappresentava il Crocifisso con la Madonna e l’apostolo Giovanni e la Maddalena, ai piedi della croce.

Ninfe

Tre grandi lampadari con multiformi cristalli luccicanti, sospesi
alla volta con sostegni di ferro, conferiscono magiore bellezza e luce e
splendore a tutto l’interno della Chiesa, sulle cui pareti spiccano,
assieme ad alcuni semplici moderni appliques, i nuovi quadri in ceramica
della Via Crucis, benedetti e collocati nel 1958.

Altari

Altare maggiore

L’altare
maggiore in marmo venne edificato nel 1860, a spese del barone del
feudo d’Irosa, Gaetano Pottino, come risulta da una iscrizione sullo
stesso altare.

In seguito, vennero sovrapposte sul marmo dell’altare alcune figure
in legno indorato, eucaristicamente simboliche: Abramo in procinto di
sacrificare a Dio il figio amatissimo Isacco, salvato in extremis della
apparizione d’un angelo; il sacerdote Melchisedek che benedice Abrano,
ritornante vittorioso della battaglia contro i quattro re orientali, che
avevano vinto e depredato alcune città, portando con sè anche il nipote
d’Abramo con tutte le sue ricchezze.

Molto più bello è l’altare di San Giuseppe, con marmi pregevoli, con
bei fregi e gigli marmorei indorati, e con una graziosa piccola immagine
del Santo Patriarca col Bambino, scolpita sulla lastra frontale della
mensa dell’altare. Gli altri due altari laterali, rivestiti di marmo
nel1950, non hanno nessun pregio.

Presso l’altare di San Giuseppe, in fondo alla chiesa a destra,
anticamente v’era chiuso da cancellata, il fonte battesimale, regalato
negli anni ’60 alla nuova parrocchietta di Ferrarello.

La parrocchia di Castellana Sicula, invece, donò al Santuario, nel 1970 un bel confessionale in noce, ottocentesco.

Statua di San Giuseppe

Statua di San Giuseppe

La statua di San Giuseppe, in legno di cipresso, a sinista di chi entra, è un’opera d’arte veramente geniale e originale.

A differenza di tante altre immagine giuseppine, che rappresentano,
contro ogni logica e buon senso, lo sposo santissimo della giovane
Vergine Maria, in età senile e talvolta qual vecchio cadente, qui,
invece, è rappresentato in aspetto giovanile, forte, ma dignitoso,
signorile venerando, soffuso di dolcezza e di bontà.

Ammirevole particolarmente per la finezza delle linee del volto e
delle mani, per i panneggiamenti classici, e per la movenza e il lieve
slancio della persona, che sembra muoversi in cammino, tenendo per mano
il Fanciullo divino. La statua del piccolo Gesù sembra opera d’altra
mano.

Ignoriamo, fin’oggi, il nome del valente artista di questo bellissimo geniale simulacro di S. Giuseppe.
Da
qualcuno viene attribuito al Bagnasco. Sappiamo con certezza, invece, i
nomim dei devoti che fecero eseguire, a loro spese, nell’anno 1838,
l’aureola di San Giuseppe: si chimavano <>, il quale, per sua
devozione, a spese sue e con elemosinsa raccolta, fece anche la corona
che il piccolo Gesù tiene sul capo.

Statua della Madonna

Statua della Madonna

Sull’altare
maggiore, in alta nicchia decorata, troneggia la bella veneratissima
immmagine della Madonna, che tiene sul braccio sinistro il bambino Gesù,
il quale, vero gioiello, pieno di vita e di movimento e di graziosità,
col suo ditino, con l’indice teso, indica ai fedeli di rivolgersi
fiduciosi alla madre sua, tesoriera di ogni grazia divina.

Alla base della statua sono scolpite quattro graziose testine di
angioletti, che sembrano voler innalzare in trionfo la Vergine Beata,
assunta in anima e corpo in cielo.

Una presuntuosa mano di dilettante, nel 1947, deturpò gli abbronzati bei colori originali dell’opera.

Si ritiene, giustamente, che la mirabile statua sia opera del bravo
scultore in legno Filippo Quattrocchi, nato a Gangi nel 1734 e morto nel
1818.

Dinanzi a questa celestiale immagine di Maria Santissima, che ispira
tanta materna fiducia, son passati in preghiera, contemplazione e lode
tutti gli abitanti di Blufi d’ogni tempo e innumerevoli devoti di
Locati, Bompietro, Alimena, Petralie, Castellana, Polizzi, Valledolmo e
di tanti altri paesi e città . E tutti gli emigrati di questa zona
madoniese, ovunque vadano, ovunque siano, hanno sempre viva negli occhie
nel cuore questa materna bella immagine della Madonna, cui spesso si
rivolgono pregando, specialmente nei momenti cruciale della vita.

Pavimento e lapidi sepolcrali

Il pavimento della chiesa, fino al 1950, era con antichi mattoni di
terracotta maiolicati e colorati con bei disegni e figure . Essendo
moltissimi mattoni già scoloriti e consumati, nell’anno 1950 il
pavimento venne integralmentre rifatto con ordinari mattoni in scaglie
di cemento. In quella occasione, prima della pavimentazione,vennero
riempite, e così scomparvero, le tre fosse sepolcrali, chiuse da lastre
di marmo, in cui venivano deposte, prima della istituzione del cimitero,
le spoglie mortali e leossa dei defunti.
Alcuni nobili di Petralia
Soprana, devotissimi della Madonna, nelle loro ultime volontà espressero
il desiderio di esse seppelliti in questa chiesetta . E anche dopo la
nuova pavimentazione, qualche tomba e lapide sepolcrale è rimasta nei
muri laterali della cappella della Madonna.

Raffaele Fucà. Santuario Madonna dell’Olio, appunti di storia. Palermo, Fiamma Serafica, 1977.